I manga e l'autarchia, piccola riflessione

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view post Posted on 2/9/2009, 12:16
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Sopravvissuto all'Abisso

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Una cosa a cui ho pensato ultimamente, e mi piacerebbe discuterne con chi di manga sa più del sottoscritto (il mio primo pensiero va ad Iside, ma è chiaro che il topic è aperto a tutti): come forse sapete, io leggo fumetti di vario genere e nel tempo ho notato che il mondo del fumetto è un campo aperto. Qualche esempio: il numero di Dylan Dog attualmente in edicola è opera di uno sceneggiatore italiano e di un disegnatore argentino; Tito Faraci scrive storie per Topolino, Diabolik, Dylan Dog e persino l'Uomo Ragno. In Europa è normale che degli autori scrivano o disegnino per altri paesi e persino in America ormai da anni DC e Marvel hanno arruolato schiere d'autori europei, sudamericani e anche asiatici (per fare qualche esempio, i nostrani Claudio Castellini e Simone Bianchi da tempo lavorano in USA, così come molti disegnatori spagnoli). Nell'ambito dei manga invece esiste una certa chiusura: i manga sono un genere fumettistico giapponese, e in Giappone vi lavorano solo autori giapponesi. Come mai quest'atteggiamento di chiusura verso gli artisti stranieri? Tutti dicono che viviamo in una società globalizzata ed in effetti leggendo fumetti ci si rende conto che un autore italiano, se ha talento, può trovare la strada per il successo all'estero, anche negli Stati Uniti (paese dove il fumetto è nato), ma non in Giappone. Come mai?
Aspetto pareri.
 
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*Iside
view post Posted on 2/9/2009, 17:43




*nipponista mode ON*

Il Giappone è un caso particolare e a parte; Quando si parla del mercato del Giappone bisogna considerare la storia... ha avuto periodi storici di grande e profonda chiusura rispetto al mondo intero, compresi i paesi orientali (il c.d. medioevo giapponese), dove gli unici contatti erano con la Cina - ed erano limitati pure quelli. Poi ha avuto il boom economico, ma sono seguite le guerre, ecc ecc.
Il Giappone tende ad "esportare", non "importare": lo si vede nei manga come nell'economia in generale (Sony, Casio, ecc sono giapponesi). Diciamo che è un paese orgoglioso e tende a fare "tutto in casa", ovviamente con le debite
Altre volte è pure autonomo e a sé stante: la musica giapponese, la J-Music, fa mondo a sé e non viene neppure esportata, così come il massimo dei tour di cantanti giapponesi all'estero arriva fino in Corea se va bene... Solo ultimamente ci sono stati degli sporadici movimenti più ampi (penso ai Moi-dix-Mois a Milano un paio di anni fa, gruppo Visual Kei storico...).
Quindi bisogna tenere in considerazione anche questo aspetto della società giapponese.

Secondo punto: non è impossibile trovare lavoro in Giappone da straniero. Certo, pretendono il doppio e DEVI sapere la lingua, sennò ti limiti a fare il cameriere in un ristorante italiano... ma da noi è poi così diverso? Daremmo il posto di dirigente al primo - chessò - tedesco, o meglio ancora, giapponese che arriva qui?

*nipponista mode: off*


*manga expert mode: ON*

Per quanto riguarda il lavoro di mangaka... posso dirti che è davvero molto, molto dura. Non voglio dire che in occidente diventano fumettisti tutti quanti (anche se...), ma lì è davvero difficile. Hai delle scadenze impossibili perché esce tutto su rivista (20-30 pagine ogni 7 giorni se fai shonen, 40-50 pagine al mese se fai shojo) alle quali non puoi dire di no perché hai l'influenza; se il capitolo pilota non prende, puoi buttare l'idea e salutare l'editore; riprovarci un'altra volta, ma con un'altra storia e dovrai rimboccarti le maniche. Questo spiega anche perché molti mangaka ultimamente tendano a rendere le loro storie infinite allungando il brodo in maniera pietosa (penso a Naruto in primis, poi Bleach, Reborn, NANA, ecc)... temono di non rifare il "colpaccio" e perdere il treno.
Quindi, se già i giapponesi fanno fatica, secondo te come fa uno straniero che non conosce la lingua ed è abituato a tenere ritmi molto più blandi?

Ecco xD
 
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view post Posted on 3/9/2009, 12:17
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Sopravvissuto all'Abisso

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Risposta interessante. Penso che il fattore determinante sia quello dei ritmi produttivi: il problema principale è che i manga vedono prevalentemente all'opera un solo autore, che si occupa di testi e disegni (anche se affiancato da assistenti, perché mi rifiuto di credere che faccia veramente tutto da solo), mentre nel resto del mondo gli autori completi sono l'eccezione, non la regola. Un esempio: Albert Uderzo, dalla morte di Goscinny, scrive e disegna Asterix da solo, ma sforna un albo ogni 2-3 anni (certo, bisogna anche tener presente che ha quasi 80 anni). Luca Enoch di Gea si occupava di testi e disegni e sfornava un albo ogni 6 mesi. Nella maggior parte dei casi, i fumetti sono un lavoro di squadra: uno sceneggiatore, un disegnatore, un inchiostratore, un colorista, un letterer, molti dei quali però sono magari impegnati su più serie al mese (in USA ci sono sceneggiatori che sfornano anche 5 albi da 22 pagine al mese). Più che dal punto di vista artistico, la differenza è nella fase produttiva. Ad ogni modo, così come negli anni '90 Katsuhiro Otomo creò una breve storia di Batman, spero che in un futuro non troppo lontano anche il mondo dei manga si apra agli autori stranieri, penso che sarebbe un arricchimento, non certo un impoverimento.
 
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*Iside
view post Posted on 3/9/2009, 17:14




Diciamo che il ritmo produttivo è il fattore determinante al 90%.
Poi se ti faccio notare che in Giappone hanno ridisegnato le Witch in stile manga, capisci qual è il 10% mancante, ed è sostanzialmente la mentalità chiusa da secoli di storia. Non voglio usare il termine "presunta superiorità" perché non penso sia così; semplicemente lo stile diverso fatica a penetrare, e i giapponesi preferiscono importare "adattando" ai propri gusti. Che sia una cosa corretta o meno, non sta a me dirlo. Però per lo meno l'opera di partenza arriva, in qualche modo... da noi generalmente proprio evitano di importare.

Bisogna dire che il problema è sempre quello... siamo un mondo finto globalizzato. Guardiamo con terrore, timore e a volte disprezzo l'oriente (e questi pregiudizi li sperimento sulla mia pelle), e magari, chissà?, vale anche il contrario. Anche da noi i manga faticano ad essere considerati opera d'arte, perché sono "schizzi in bianco e nero, manco si sforzano di colorarli".
È una cosa che mi fa imbestialire. Se i prodotti Marvel o nostrani sono considerati belli bellissimi, opere d'arte in piena regola, non capisco COSA impedisca di considerare altrettanto anche i manga. Sono la stessa cosa, no? Tavole illustrate che narrano una storia. Perché quelli occidentali, se li legge un adulto, è considerato dalla "mente aperta", mentre se un 20enne legge un manga in treno viene considerato ritardato?
E spesso sono gli stessi disegnatori OCCIDENTALI a considerare i propri colleghi orientali inferiori... e poi ti chiedi perché non esistono collaborazioni? :P Forse la mancanza di volontà c'è da entrambi.

Quindi come al solito, direi di guardare prima la trave che abbiamo davanti, e poi la pagliuzza nell'occhio altrui... Ovviamente i giapponesi non sono santi e sono la prima a dirlo (guardatevi/leggetevi "hetalia" e capirete X_X); ma questo "razzismo nei fumetti" di base davvero non lo tollero.


PS sugli assistenti: più un mangaka fa successo, più ha assistenti. Generalmente si inizia da soli, poi quando iniziano ad arrivare le richieste di tavole a colori, di copertine, di supervisionare il chara design dell'anime, ecc, il tempo corre via... e ti serve qualcuno che inchiostri di nero, applichi i retini, prepari le tavole divise, ecc, mentre tu fai l'illustrazione elaborata che la casa editrice ti ha chiesto o prepari lo storyboard...
 
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dreamerboy
view post Posted on 3/9/2009, 19:54




Condivido quanto detto. Anche se comunque esiste Karakuridōji Ultimo creato da Hiroyuki Takei e Stan Lee...

Il fumetto italiano (o occidentale in genere) è chiaramente nato in quanto ispirato da quello americano. "Importato" se vogliamo.
Quindi la collaborazione risulta ovviamente più facile, non credi?

Anche se esistono autori veramente bravi,come, butto lì, Goseki Kojima & Kazuo Koike (Lone Wolf and Cub, manga storico ma anche 4 film, serie tv etc...) o anche solo Yoshikazu Yasuhiko col suo Alessandro Magno, che nulla hanno da invidiare agli autori occidentali famosi, questi qui non sono conosciuti ed è un peccato!

Poi vabbè poi però alla fine i gusti son gusti.

Tipo non capirò mai perchè qui da noi osannano schifezze come "Kill the Granny" (Mengozzi & Marcora), che non fanno manco ridere, piuttosto che Rei Mikamoto... o qualcun altro, sia chiaro!
 
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view post Posted on 5/9/2009, 13:59
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Sopravvissuto all'Abisso

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Beh, l'esempio di Iside del manga delle Witch è calzante: significa che nel paese del Sol Levante c'è chiusura sia rispetto all'importazione delle opere che degli artisti, diversamente, da faccio un esempio, gli Stati Uniti, dove gli artisti si integrano, ma esclusivamente nell'ambito dei comics statunitensi, mentre è carente l'importazione di opere a fumetti straniere e, se succede, queste vengono adattate all'uso e consumo locale (tanto per fare un esempio, i fumetti di Dylan Dog negli Stati Uniti vengono pubblicati nel formato comics ed ogni episodio di 94 pagine viene diviso in 4 albi).
 
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dreamerboy
view post Posted on 5/9/2009, 19:48




CITAZIONE (lonniemachin @ 5/9/2009, 14:59)
Beh, l'esempio di Iside del manga delle Witch è calzante: significa che nel paese del Sol Levante c'è chiusura sia rispetto all'importazione delle opere che degli artisti, diversamente, da faccio un esempio, gli Stati Uniti

Bè oddio, vedendo l'americano Dragonball Evolution con Goku in un college americano e con tanto di amico messicano direi che non ci sia poi gran differenza come chiusura!!!!
(anche perchè qui viene stravolto tutto, per motivi a me poco chiari)

Ok, certo non è un fumetto questo, però.......................

Secondo me tra i fumetti Manhwa e i Manga è facile che ci sia collaborazione, mentre i fumetti occidentali sono altra cosa (un pò come accade tra i film d'azione occidentali "tradizionali" e i Wuxia).
Per intenderci Dylan Dog ha un ritmo molto diverso da un manga, ok si potrebbero cambiare i disegni, ma al di là di questo sono decisamente diversi.

Inoltre credo che far disegnare un fumetto già esistente in stile manga (o viceversa) comunque sarebbe un rischio. O traumatico per i fan, per quello a cui sono abituati.


Edited by dreamerboy - 6/9/2009, 14:03
 
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*Iside
view post Posted on 7/9/2009, 00:02




CITAZIONE (lonniemachin @ 5/9/2009, 14:59)
Beh, l'esempio di Iside del manga delle Witch è calzante: significa che nel paese del Sol Levante c'è chiusura sia rispetto all'importazione delle opere che degli artisti, diversamente, da faccio un esempio, gli Stati Uniti, dove gli artisti si integrano, ma esclusivamente nell'ambito dei comics statunitensi, mentre è carente l'importazione di opere a fumetti straniere e, se succede, queste vengono adattate all'uso e consumo locale (tanto per fare un esempio, i fumetti di Dylan Dog negli Stati Uniti vengono pubblicati nel formato comics ed ogni episodio di 94 pagine viene diviso in 4 albi).

No, hai sbagliato completamente la lettura del mio messaggio... Se definisci "chiusura" giappone-> estero, e poi fai l'esempio di Dylan Dog rimaneggiato... allora anche quella è chiusura! Perché è la stessa cosa che hanno fatto i giapponesi :P Tu dici "adattare all'uso e consumo locale"? Io ho detto la stessa identica cosa :P
E l'esempio di dreamerboy non fa che avvallare questo fatto: gli americani sono chiusi tanto quanto, anzi...

Che poi a dire il vero penso che la storia delle witch sia un caso un po' a parte; non ho mai sentito di Topolino ridisegnato, né di Spiderman rifatto. Quello delle witch era per dire anche e soprattutto come il giappone tenda ad importare comunque, mentre noi, se una cosa non ci garba, la censuriamo o non la importiamo proprio... privando il pubblico di fruire dell'opera. Il Giappone tende a far combaciare lo "stile", la grafica, al gusto del pubblico, ma la storia resta uguale. Noi facciamo l'esatto opposto, teniamo la grafica e stravolgiamo le trame, se necessario (v. dragonball); tra i due preferisco il metodo giapponese, perlomeno l'idea della TRAMA ideata dall'artista occidentale lì permane.

CITAZIONE
Inoltre credo che far disegnare un fumetto già esistente in stile manga (o viceversa) comunque sarebbe un rischio. O traumatico per i fan, per quello a cui sono abituati.

Si parte dal presupposto che, nel paese d'arrivo, non esistano fan del progetto "originale"... ^^'
 
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nymeria
view post Posted on 7/9/2009, 09:46




Ho letto con interesse la discussione e, sebbene io non sia un'esperta, condivido il parere di Iside e Dreamboy.

Essendo il lavoro di mangaka a tutto tondo credo anch'io che i ritmi serratissimi lascino poco spazio ad autori occidentali, abituati a tutt'altre tempistiche.

Sempre per la tendenza ad esportare sottolineata da Iside penso possano essere calzanti i vari manhwa coreani, manha cinesi, etc.

CITAZIONE
Anche da noi i manga faticano ad essere considerati opera d'arte, perché sono "schizzi in bianco e nero, manco si sforzano di colorarli".
È una cosa che mi fa imbestialire. Se i prodotti Marvel o nostrani sono considerati belli bellissimi, opere d'arte in piena regola, non capisco COSA impedisca di considerare altrettanto anche i manga. Sono la stessa cosa, no? Tavole illustrate che narrano una storia. Perché quelli occidentali, se li legge un adulto, è considerato dalla "mente aperta", mentre se un 20enne legge un manga in treno viene considerato ritardato?

Tristemente vero e profondamente radicato. E non solo da noi.

Nonostante gli USA siano stati uno dei paesi a minore "indottrinamento" attraverso gli anime degli anni '80, e' il paese occidentale in cui i manga si sono affermati in modo più veloce e massiccio (USA Today). I manga si trovano in libreria, e il New York Times stila la Manga Bestseller list ogni settimana...eppure leggere manga è ancora considerto un po' da nerd. I misteri davvero.

CITAZIONE
Bè oddio, vedendo l'americano Dragonball Evolution con Goku in un college americano e con tanto di amico messicano direi che non ci sia poi gran differenza come chiusura!!!!

Rimanendo in tema di adattamenti non molto felici ricordo il recentre film by Hollywood su Dylan Dog...ambientato a New Orleans, senza Groucho, senza maggiolone, etc.

Va bene anche qui stiamo parlando di adattamenti tra arti diverse (fumetto vs. cinema e non interazioni tra fumetti) Però credo che come è già stato sottolineato non faccia altro che evidenziare come la tendenza a riadattare snaturando la trama sia molto più forte qui da noi che non in Giappone dove vige più la fusione di diversi generi.


Vedi Kingdom Hearts, ma anche i fumetti Disney in Giappone (QUI), dove i personaggi originari sono stati riadattati graficamente, ma mantengono le loro caratteristiche peculiari, ed interagiscono invece con personaggi "nuovi" creati ad uso e consumo del lettore giapponese che meglio si può immedesimare.



CITAZIONE
Che poi a dire il vero penso che la storia delle witch sia un caso un po' a parte; non ho mai sentito di Topolino ridisegnato

QUESTA è la pagina dei magazine Disney in Giappone. Topolino ha sempre la stessa faccia :rido:


 
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view post Posted on 7/9/2009, 12:02
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Sopravvissuto all'Abisso

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Quello della Disney è un caso particolare, perché da decenni ormai i fumetti Disney prodotti fuori dagli USA sono molti di più di quelli prodotti negli Stati Uniti. E in particolare, il paese dove la produzione disneyana è più fiorente è proprio l'Italia: storie Disney italiane vengono pubblicate in tutt'Europa e anche in America.
Ad ogni modo, per me è preferibile l'adattamento dell'opera straniera all'atteggiamento di totale chiusura: anche i fumetti Disney ai primi tempi sono stati adattati (a partire dai nomi dei personaggi, che non sono affatto la traduzione letterale di quelli USA: Topolino non è la stessa cosa di Michele Topo, Paperino non è Donato Papero). Tutti i fumetti stranieri in Italia hanno dovuto passare la fase d'adattamento selvaggio prima di poter godere di una pubblicazione più filologicamente corretta; negli anni '50 i comics di Superman e Batman erano ricolorati in Italia (Batman aveva il costume giallo e rosso :bleah: ), gli adattamenti erano pesanti (Superman divenne Nembo Kid) e le traduzioni infedeli. Così come i primi manga pubblicati nel nostro paese venivano puntualmente ribaltati per avere il senso di lettura all'occidentale. Ciò nonostante, in questo modo hanno potuto avere una cerchia di appassionati sempre più ampia, che pian piano ha insistito per una pubblicazione più fedele all'originale. Se invece nessuno avesse pubblicato i manga in Italia, o avesse pubblicato delle versioni italiane dei più celebri manga, questa schiera di fan non sarebbe nata.
 
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*Iside
view post Posted on 7/9/2009, 12:14




Quindi... in conclusione? O_ò
Perché stai ripetendo quello che ho detto io negli ultimi 2 post (e l'ha ripetuto anche Nymeria), ovverosia che l'atteggiamento giapponese non è di totale chiusura, mal che vada ridisegna tenendo le trame. La totale chiusura (mentale e delle frontiere fumettistiche X_X) ce l'abbiamo più noi che loro...

Nymeria ha inoltre fatto una citazione splendida, che mi è sfuggita fino ad adesso (ed è un delitto per me che l'adoro!), ovverosia Kingdom Hearts. In KH (videogioco della Square Enix, poi trasportato anche in manga), abbiamo i personaggi di Final Fantasy tra i più amati - quindi giapponesi - che interagiscono nei mondi e con i personaggi Disney. Non è forse una forte unione-collaborazione?


Più vado avanti in questa discussione e più mi rendo conto che, nonostante le attenuanti storico-economiche che ho enunciato all'inizio e dovrebbero dipingere il Giappone come una società chiusa... mi sa che quelli chiusi rispetto al Giappone siamo davvero noi occidentali!! °___°
 
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dreamerboy
view post Posted on 7/9/2009, 23:35




Bè secondo me una differenza importante è questa:

mentre i manga vengono seguiti dalla stessa persona (massimo due disegnatori, di solito), e quindi assomiglia solitamente a un romanzo in cui i personaggi crescono e si sviluppano fino ad una conclusione, nel fumetto americano molti produttori tendono a far creare differenti trame e storie (soprattutto parlando di Marvel e Dc).

Anche questo magari è un problema alla collaborazione... se un autore di manga ha la sua storia, la sua idea, la porta avanti fino ad una conclusione, mentre sappiamo che qui da noi lo stesso supereroe (ma anche Topolino se per questo) è disegnato e vive avventure grazie ad autori diversi, che creano mondi/versioni diverse.

Poi c'è anche il fatto che Manga significa "immagine in movimento" e infatti sono solitamente ricchi di azioni in movimento ma poveri di dialoghi questo perchè ci si affida all'impatto visivo più che alle parole.
Nel fumetto italiano o americano invece ci sono immagini che sono anche vere opere d'arte ma sono solo didascalia a lunghi dialoghi, che hanno quindi una maggiore importanza.

Quindi son anche due tecniche piuttosto diverse di narrare.
(ok sono barbosissimo, lo so, ma dovevo scrivere i miei pensieri!)

 
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*Iside
view post Posted on 8/9/2009, 01:02




CITAZIONE
mentre i manga vengono seguiti dalla stessa persona (massimo due disegnatori, di solito)

Eccetto le CLAMP, generalmente quando ci sono 2 nomi in copertina si tratta di "storia" uno e "disegni" l'altro... chi disegna è sempre uno solo, per motivi di "stile", direi. Ovviamente assistenti, inchiostratori ecc non fanno testo.

Comunque sì, immagino che anche questo aspetto di "esclusività dell'idea" non sia indifferente... il mangaka è uno scrittore che oltre a mettere i dialoghi, disegna.

CITAZIONE
infatti sono solitamente ricchi di azioni in movimento ma poveri di dialoghi questo perchè ci si affida all'impatto visivo più che alle parole.

L'importanza delle immagini è innegabile, ma qui devo contraddirti: la proporzione quantità di testo-quantità di immagini varia a seconda del genere. Gli shonen effettivamente sono leggibili in mezz'oretta o anche meno, perché appunto sono dedicati a maschi e preferiscono l'azione.
Gli shojo, invece, hanno molti più dialoghi, essendo dedicati alle "intellettuali ragazze". Un volume shojo può prendere tranquillamente anche più di un'ora per essere letto...

Quindi, che il fumetto occidentale veda l'immagine come "didascalia" posso essere d'accordo, ma non è necessariamente il contrario nel manga. Alcuni dei miei shojo preferiti, a partire da Fruits Basket (sto pensando anche a Vampire Knight, ma quello fa un po' storia a sé) o Anatolia Story, tendono ad avere dialoghi lunghissimi e infiniti! XD
 
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view post Posted on 8/9/2009, 12:14
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Sopravvissuto all'Abisso

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Beh, un'altra eccezione è Detective Conan: tra esposizione del caso, raccolta d'indizi e spiegazione del delitto, i dialoghi solitamente la fanno da padrone.
Ma dreamerboy ha colto la fondamentale differenza tra manga e fumetti nostrani: in Giappone il manga di solito è legato all'autore ed è visto come una storia che ha un inizio, uno sviluppo e poi una conclusione (ma anche qui ci sono eccezioni, vedi Gundam che ha generato una caterva di manga di autori diversi); per cui sarebbe impensabile che altri autori si mettessero all'improvviso a scrivere storie di Dragonball, o di Naruto, perché questi hanno un grande successo. Da noi invece, come negli USA, un autore crea un personaggio/una serie e questa poi vive di vita propria, spesso viene rimaneggiata da altri autori che creano storie molto diverse da quelle originali: Batman va avanti da 70 anni e le storie odierne sono completamente diverse da quelle di Bob Kane del 1939, Walt Disney e il suo team crearono dei personaggi per i disegni animati, che oggi vivono soprattutto nei fumetti, dei quali il buon vecchio Walt non si è mai curato. Anche in questo caso vi sono eccezioni (come Schultz, che lasciò come sua precisa volontà che nessun altro autore mettesse mano ai Peanuts dopo la sua morte), ma la norma è che un fumetto appartiene all'editore, e su di esso possono lavorare i più svariati autori.
Forse è questa differenza di fondo a rendere incomunicabili i manga e i fumetti occidentali.
 
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dreamerboy
view post Posted on 10/9/2009, 13:14




CITAZIONE (*Iside @ 8/9/2009, 02:02)
L'importanza delle immagini è innegabile, ma qui devo contraddirti: la proporzione quantità di testo-quantità di immagini varia a seconda del genere. Gli shonen effettivamente sono leggibili in mezz'oretta o anche meno, perché appunto sono dedicati a maschi e preferiscono l'azione.
Gli shojo, invece, hanno molti più dialoghi, essendo dedicati alle "intellettuali ragazze". Un volume shojo può prendere tranquillamente anche più di un'ora per essere letto...

Quindi, che il fumetto occidentale veda l'immagine come "didascalia" posso essere d'accordo, ma non è necessariamente il contrario nel manga. Alcuni dei miei shojo preferiti, a partire da Fruits Basket (sto pensando anche a Vampire Knight, ma quello fa un po' storia a sé) o Anatolia Story, tendono ad avere dialoghi lunghissimi e infiniti! XD

Hai perfettamente ragione, è che appunto l'avevo letto in un'intervista a Takashi Okazaki, l'autore di Afro Samurai.
Gli Shonen sono più o meno la versione orientale dei fumetti su supereroi e cowboy occidentali (anche qui per ragazzi come del resto quasi tutti i fumetti qui da noi), e quindi risulta ovvio il paragone.
Voglio dire, per esempio Ogami Itto è il samurai perfetto come Tex Willer è il cowboy perfetto, sia per abilità che per valori morali. E' che appunto nel primo caso c'è una vignetta per azione e pochi dialoghi, nel secondo invece ci sono lunghi dialoghi e meno azione.

Ma per gli Shojo c'è una "controparte" occidentale? Mi pare di no, ma ammetto di non saperne molto...

Ah si, questo solo per dire che ho letto di "spaghetti-manga" ovvero operazioni ibride che però, da quanto ho letto, hanno avuto scarsissimo successo. Di qui anche uno dei motivi per cui la collaborazione diventa un'idea poco interessante...

A proposito di collaborazioni non nei fumetti ma in un campo simile, ho trovato questo! Ve lo ricordate?

Il_fiuto_di_Sherlock_Holmes
 
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18 replies since 2/9/2009, 12:16   1313 views
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