CITAZIONE
Sapevate che Hugh Laurie nasce attore comico?In America presentava o presenta un programma divertente con un amico collega.
Non in America, Aislinn: in Inghilterra. Laurie è un attore inglese e l'amico collega con cui lavorava è Rowan Atkinson (Mr Bean).
Riporto di seguito un'intervista apparsa recentemente nella rivista "Series":
Doctor and the MedicsNon aveva la stoffa del medico ed ora interpreta il dottore per antonomasia. La parola a Hugh LaurieDice la leggenda che, quando gli arrivò tra le mani il provino di Hugh Laurie, Bryan Singer, produttore esecutivo di riferimento di House MD, non ne potesse più di attori inglesi.
Ne aveva visti a centinaia e non li voleva nella sua serie, a causa del loro accento e dei loro tic "d'accademia".
Ma di Laurie non sapeva nulla. Così quando David Shore, l'ideatore dello
show, gli aveva fatto vedere la videocassetta con quello di Hugh Laurie aveva esclamato: <<Ecco quello che voglio. Un fantastico attore americano>>. E invece il tanto amato e scorbutico dr Gregory House nella realtà è un gradevole, gentile, ironico, quarantenne, inglesissimo, dal fascino discreto e dai modi riservati. Discendente da una famiglia molto borghese e molto "bene" -il padre, medico, ha studiato a Cambridge, dove faceva parte della celebre squadra universitaria di canottaggio, medaglia d'oro olimpionica nel 1948- ha fatto anche lui ottimi studi, seguendo le orme del padre in campo sportivo: college a Eton, canottaggio nel "due con", poi Cambridge e studi in archeologia e antropologia e ancora canottaggio.
Poi il destino si intromette. Una malattia (la mononucleosi) gli cambia la vita: costretto a lasciare lo sport, si dedica al teatro. Nella compagnia dove approda conosce Emma Thompson e Stephen Fry. Mette in scena uno spettacolo con Fry, ha successo, è cooptato dalla tv, dove è protagonista di alcuni
show comici di grande successo: con Rowan Atkinson, in
BlackAdder, con Fry in
A Bit of Fry and Laurie. Il suo destino pare segnato: se anche interpreta ruoli seri e drammatici (
Ragione e Sentimento di Ang Lee,
La cugina Bette di Chabrol) nessuno se ne accorge.
Attore comico a vita? Per provare a scrollarsi di dosso questa "maledizione" tenta la carta statunitense, ma sono ancora commedie, ruoli
slapstick (
La carica dei 101,
I Rubacchiotti,
Stuart Little). La svolta arriva improvvisa, mentre è in Africa per girare
Il volo della Fenice(medio film d'azione che lo vede con il nome in locandina, ovvero ben in evidenza nei titoli di testa, ma non certo protagonista). E' da lì che manda quel famoso videotape.
Come è iniziata questa avventura?Ero in Africa e il mio agente mi manda questo fax, un paio di paginette di
script. Non si capiva granché. Comunque mi metto davanti a una videocamera, faccio ciò che c'è scritto e lo mando, senza aspettarmi nulla. Quando mi richiamano e leggo l'intera sceneggiatura del
pilot che mi propongono, scopro che è una storia geniale, un ruolo eccezionale, una grande opportunità.
Anche se il protagonista aveva un tale caratteraccio?E' tipico della storia della tv americana, creare personaggi di successo con caratteri eccentrici e antipatici. Anche se, in genere, non sono stati protagonisti assoluti, ma piuttosto spalle e comprimari. Il pubblico comunque ha accettato rapidamente House: nopn puoi non amare un personaggio che fa di tutto per salvare persone a rischio di morte. Quanto a me penso che sia esilarante interpretarlo. E sperare che la gente sia sempre sorpresa di lui.
Suo padre era medico. Non ha mai pensato di diventarlo anche lei?Sì: quando avevo 15/16 anni, sono andato al London Hospital per informarmi. Perché non ne ho poi fatto nulla? Non ricordo. Forse solo perché sono sempre stato un lazzarone.
I medici che ho conosciuto, mio padre incluso, si identificano con il loro lavoro. Si dedicano ai loro studi, prima, e ai pazienti in modo totale, dopo. Sanno perfettamente qual'è la loro strada. Io no: ero pigro, totalmente incerto sul mio futuro. Non ne avevo la stoffa, direi.
Tuttavia che medico le sarebbe piaciuto essere? Come House, magari, geniale e di pessimo carattere?Be', certo avrei preferito un carattere migliore. Ma mi piace come si impegna a fondo, e il fatto che non è uno spaccone. Sì: penso che avrei avuto un atteggiamento diverso verso i pazienti.
Allora le piacerebbe che, con il tempo, il carattere di House migliorasse?Premesso che non conosco le strategie dello
show, ne entro -se non in minima parte- nelle scelte della produzione, penso che il personaggio di House sia scritto con intelligenza ed umanità, quindi perché alleggerirlo? E' la ragione d'essere della serie. La sua dipendenza dal dolore e dai medicinali ne condiziona il carattere, ma anche il tatto e la lucidità che dimostra verso i pazienti. A lungo andare penso che servirà da spauracchio per tutte quelle madri che sognano di far sposare un medico alle loro figlie: forse si orienteranno verso gli avvocati! E comunque, no: non penso che a breve correremo il rischio di vedere cambiamenti sostanziali nel suo carattere.
Ma ci può anticipare qualcosa della seconda stagione?All'inizio House si trova a pensare un po' meglio ai suoi sentimenti, alla possibilità di potersi innamorare, di stare bene con qualcuno. Una situazione intrigante. Tu hai un personaggio che crede fermamente nella razionalità, che la antepone sempre alle emozioni, e che, improvvisamente, si trova a confrontarsi con il suo lato emozionale.
Stacy e House insieme: potrebbe essere meraviglioso e terribile!
Dopo due anni con House e le sue malattie impossibili, è diventato anche lei un buon diagnostico o, magari, un po' paranoico verso malattie e medici?Tutte due le cose. Da una parte hai più coscienza dei rischi che corre la tua salute e allora ti prendi più cura di te stesso. Dall'altra, non ti fidi più davvero neppure del miglior medico del miglior ospedale del mondo. Ti rendi conto che la sola cosa da fare per vivere bene è accettare la natura della vita, prenderla con calma.
Ancora una domanda medica: ha mai provato il Vicodin di cui fa tanto uso il suo personaggio?Sì, una volta, proprio per scoprire che effetti produceva. Ed erano molto gradevoli. Penso di essermi giocato un mezzo milione di cellule cerebrali. Quello che so è che spero proprio di non doverne avere bisogno nella vita reale.
Non sente la mancanza della comicità?Penso di avere una personalità piuttosto superficiale. Il lato comico della mia testa non è mai sopito o lontano. Parte tragica e comica convivono sempre, fianco a fianco, anche quando interpreto questo ruolo così drammatico. Anche perché il carattere di House è arguto, sarcastico, clownesco talvolta, e infantile. Anche in lui la parte bambina convive con quella tormentata e sofferente.
Però tutti si sono stupiti, soprattutto in Gran Bretagna, per questo cambio di registro nella sua carriera.Sì, lo ammetto. Ho sempre interpretato degli "stupidi". Non mi sono mai chiesto perché continuavano a farmi fare la parte dello stupido. Forse la spiegazione sta nel diverso stile della tv inglese e americana: gli statunitensi scrivono di gente intelligente, gente che tu vorresti essere. In Gran Bretagna si tende a scrivere di gente che non si ammira, quasi ci fosse una specie di vendetta sotterranea dello scrittore verso il personaggio. E' una mia teoria.
Noi ridiamo per degli stupidi e loro per gente intelligente. Ne esce un differente stile della tv che fanno. E di quello che un attore, alla fine, può fare.
Passerà dunque a ruoli drammatici in futuro?Sinceramente non penso al futuro: lavoro come un ossesso... mai lavorato così duramente. A Los Angeles pare che nessuno dorma mai. Sei sul set 18 ore al giorno, poi torni a casa, scongeli una vaschetta di spaghetti con polpette di carne alla bolognese e cadi addormentato. A fatica trovo il tempo per chiamare casa e parlare coi miei figli. Insomma non ho proprio tempo per pensare a cosa farò. Non ho piani: mi basta fare una cosa che mi piace. Poi sarà quel che sarà.